Pensioni più basse, gli aumenti promessi non esistono più: il 2025 sarà un anno ancora più difficile
Dal 2025, i nuovi coefficienti di trasformazione delle pensioni comporteranno una riduzione degli importi per chi andrà in pensione
Il 2025 segnerà un cambiamento significativo nel sistema pensionistico italiano, con l’introduzione di nuovi coefficienti di trasformazione che comporteranno assegni pensionistici più bassi per chi andrà in pensione a partire da gennaio di quell’anno. Questa misura, prevista dal decreto ministeriale n. 436/2024, si applicherà solo alle pensioni contributive, ossia a quelle calcolate interamente sulla base dei contributi versati nel corso della vita lavorativa.
In questo articolo, esploreremo come i nuovi coefficienti influenzeranno gli importi delle pensioni, analizzando anche le categorie coinvolte e l’evoluzione del sistema negli ultimi anni.
Cosa sono i coefficienti di trasformazione e come influiscono sulle pensioni
I coefficienti di trasformazione sono parametri utilizzati per calcolare l’importo dell’assegno pensionistico. In pratica, questi coefficienti vengono applicati al montante contributivo accumulato da un lavoratore per determinare l’importo della sua pensione annuale. Il coefficiente dipende dall’età del lavoratore al momento del pensionamento: più è alta l’età, maggiore sarà il valore del coefficiente. Questo sistema riflette la logica del sistema contributivo, in base alla quale un pensionamento posticipato comporta una pensione più alta, poiché la durata della vita residua stimata è inferiore.
A partire dal 2025, i coefficienti di trasformazione subiranno una riduzione, il che significa che i lavoratori che andranno in pensione a partire da gennaio 2025 percepiranno un importo più basso rispetto a chi ha cessato l’attività lavorativa entro la fine del 2024. Ad esempio, un lavoratore di 67 anni con un montante contributivo di 400mila euro che si ritirasse nel 2024 riceverebbe un assegno annuo di circa 22.892 euro, mentre posticipando il pensionamento al 2025, l’importo scenderebbe a 22.432 euro, con una perdita di circa 460 euro all’anno, ovvero circa 35 euro al mese.
Le categorie interessate e gli aggiornamenti storici
I nuovi coefficienti di trasformazione riguarderanno esclusivamente le pensioni contributive, applicabili a diversi gruppi di lavoratori. Tra questi, ci sono coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996, i lavoratori che hanno contribuito fino al 31 dicembre 1995 e i lavoratori che scelgono di liquidare la pensione esclusivamente con il sistema contributivo. In seguito alla Riforma Fornero del 2011, i coefficienti vengono aggiornati periodicamente in relazione alla speranza di vita. Questi aggiornamenti sono stati, per lo più, negativi: sei su sette aggiornamenti, infatti, hanno visto una riduzione dei coefficienti, con l’eccezione del biennio 2023/2024 che ha portato a un lieve incremento degli assegni.
Se guardiamo agli aggiornamenti storici, possiamo notare un progressivo calo dell’importo delle pensioni per il medesimo montante contributivo: dal 2009 al 2025, un lavoratore che si ritirasse a 67 anni con 400mila euro di contributi vedrebbe la sua pensione ridursi da 24.544 euro a 22.432 euro, con una perdita complessiva di circa 2.112 euro all’anno. Questo riflette la continua revisione dei coefficienti di trasformazione, che hanno lo scopo di compensare l’aumento della speranza di vita e mantenere l’equilibrio del sistema previdenziale.