Google, milioni di account a rischio: se hai fatto questa ricerca sei condannato | Controlla la cronologia
Gli hacker usano una nuova tecnica per rubare i dati personali tramite Google, le parole chiave che possono mettere a rischio la tua sicurezza online
La sicurezza online è diventata una delle principali preoccupazioni per gli utenti di Internet. Nonostante gli sforzi globali per sensibilizzare sul tema delle truffe e dei furti informatici, i malintenzionati trovano sempre nuovi modi per aggirare le difese. Recentemente, una tecnica innovativa e particolarmente insidiosa è emersa, colpendo milioni di utenti attraverso il motore di ricerca di Google.
Si tratta di un tipo di attacco informatico, che sfrutta le ricerche su Google per indirizzare gli utenti verso siti fraudolenti e rubare i loro dati personali. Ma come funziona questa minaccia e quali parole chiave bisogna evitare?
SEO poisoning: l’arte di manipolare i risultati di ricerca
Il SEO poisoning è una tecnica in cui i criminali informatici manipolano i risultati dei motori di ricerca per far apparire i loro siti fraudolenti tra i primi risultati. Questo metodo sfrutta la tendenza degli utenti a cliccare sui primi link che appaiono su Google, che spesso vengono percepiti come i più affidabili o pertinenti. In pratica, quando un utente inserisce una determinata query di ricerca, i criminali riescono a “selezionare” il loro sito web in cima alla lista dei risultati, ingannando così l’utente.
La parola chiave in questione che ha suscitato preoccupazione è una domanda apparentemente innocua: “I gatti del Bengala sono legali in Australia?”. Chiunque abbia cercato questa frase su Google potrebbe essere stato indirizzato verso un sito pericoloso. Secondo la società di sicurezza informatica SOPHOS, cliccando su uno dei link che apparivano ai primi posti, l’utente finiva vittima di un malware chiamato Gootloader, che permette agli hacker di rubare dati sensibili. Questo programma può anche bloccare l’accesso ai computer degli utenti, peggiorando ulteriormente la situazione.
I rischi e come proteggersi: attenzione ai dettagli Google
Sebbene la ricerca in sé possa sembrare insignificante o addirittura curiosa, il rischio che comporta è reale. La tecnica SEO poisoning è particolarmente pericolosa perché colpisce utenti ignari, che si aspettano di trovare risposte a domande comuni, ma che finiscono per cliccare su siti malevoli. Per quanto riguarda la geolocalizzazione, il rischio maggiore sembra essere per gli utenti australiani, ma non si può escludere che l’attacco possa estendersi a livello globale.
Per proteggersi da questo tipo di minaccia, è fondamentale fare molta attenzione ai link sui quali si clicca. Prima di aprire un sito, è sempre consigliabile leggere attentamente l’URL e verificare che sia familiare o che corrisponda al sito che si intende visitare. Se il nome del dominio sembra strano o non pertinente, è meglio evitare di fare clic. Inoltre, è buona norma mantenere aggiornati i sistemi di sicurezza, come antivirus e firewall, e controllare regolarmente la cronologia delle proprie ricerche per individuare eventuali attività sospette.